Il 22 gennaio scorso il Prefetto delle Congregazione delle Cause dei Santi ha firmato il “nulla osta” per l’inizio dell’Inchiesta diocesana sul martirio del sacerdote salesiano slovacco don Titus Zeman (1915 – 1969). La sua storia è un ottimo esempio di fedeltà alla causa di Don Bosco.
Don Titus Zeman nacque da una famiglia cristiana il 4 gennaio 1915 a Vajnory, presso Bratislava. Desiderava diventare sacerdote sin dall’età di 10 anni, e compì gli studi ginnasiali e liceali nelle case salesiane di Šaštín, Hronský Svätý Benedikt e a Frištak u Holešova; nel 1931 intraprese il noviziato ed il 7 marzo 1938 emise la Professione Perpetua al Sacro Cuore di Roma.
Studente di teologia presso l’Università Gregoriana di Roma, e poi a Chieri, sfruttava il suo tempo libero per fare apostolato nell’oratorio. A Torino, il 23 giugno 1940, raggiunse la meta tanto desiderata della consacrazione sacerdotale, grazie all’imposizione delle mani del card. Maurilio Fossati. Il 4 agosto 1940, a Vajnory, suo paese natale, celebrò la sua prima messa.
Quando il regime comunista cecoslovacco, nell’aprile del 1950, vietò gli ordini religiosi e iniziò a deportare consacrati e consacrate nei campi di concentramento, divenne necessario organizzare dei viaggi clandestini verso Torino per consentire ai religiosi di completare gli studi. Don Zeman s’incaricò di realizzare questa rischiosa attività.
Il Servo di Dio organizzò due spedizioni per oltre 60 giovani salesiani. Alla terza spedizione don Zeman, insieme con i fuggitivi, venne arrestato. Subì un duro processo, durante il quale venne descritto come traditore della patria e spia del Vaticano, e rischiò addirittura la morte. Il 22 febbraio 1952, in considerazione di alcune circostanze attenuanti, venne condannato a 25 anni di pena.
Don Zeman uscì di prigione, in prova, solo dopo 12 anni di reclusione, il 10 marzo 1964. Ormai irrimediabilmente segnato dalle sofferenze subite in carcere, morì cinque anni dopo, l’8 gennaio 1969, circondato da una gloriosa fama di martirio e di santità.
Don Titus Zeman è il centosessantaduesimo “grande” della Famiglia Salesiana e il ventottesimo Servo di Dio. Nella prossima settimana, presso la diocesi di Bratislava, dove il Servo di Dio è morto, verrà celebrata la sessione di apertura del processo.
Nel primo pomeriggio del 26 febbraio, nell’Aula della Facoltà di Teologia di Bratislava è stata celebrata la solenne sessione pubblica di apertura dell’Inchiesta diocesana, in vista della beatificazione e canonizzazione del Servo di Dio don Tito Zeman (1915 – 1969).
Dopo il benvenuto ai presenti, il Vicepostulatore, il salesiano don Jozef Slivoň, ha letto una breve biografia di don Titus e ha ripetuto l’istanza di apertura dell’Inchiesta diocesana sulla vita, sulle virtù e sulla fama di santità del Servo di Dio.
L’Arcivescovo di Bratislava, mons. Stanislav Zvolenský, dopo aver dichiarato il suo parere favorevole all’apertura dell‘Inchiesta, ha consegnato i decreti di nomina ai membri del Tribunale che risulta così composto: il Presidente delegato è il dott. Jozef Kemp, il Promotore di giustizia don Milan Čaniga e la Notaia Attuaria la sig.ra Mária Žebiková, i quali hanno prestato il giuramento prescritto.
Ha fatto seguito la nomina e il giuramento dei periti storici. Il Vicepostulatore ha presentato la lista dei testimoni da interrogare. La sessione di apertura dell’Inchiesta diocesana sul Servo di Dio don Tito Zeman si è conclusa con la solenne benedizione dell’Arcivescovo.
Erano presenti l’Ispettore dei Salesiani della Slovacchia, don Karol Maník, la Vicaria dell’Ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice ed anche il Coordinatore ispettoriale dei Salesiani cooperatori. Hanno partecipato anche tre sorelle del Servo di Dio, il nipote Michal Titus Radosinsky e circa 150 ospiti e osservatori. L’evento è stato documentato da TV LUX.